C
asi in cui viene meno la comunione materiale e spirituale tra i coniugi

1. Condanne penali di particolare gravità pronunciate con sentenze passate in giudicato in danno dell'altro coniuge o di un figlio
2. Annullamento del matrimonio e divorzio ottenuto all'estero o un nuovo matrimonio contratto all'estero da un cittadino straniero
3. Mancata consumazione del matrimonio
4. Cambiamento di sesso accertato con sentenza passata in giudicato
5. Passaggio in giudicato della sentenza di separazione giudiziale o omologazione della separazione consensuale

Di tutte queste ipotesi quella sicuramente più frequente riguarda il caso della separazione personale.
Ricordiamo che in passato per chiedere il divorzio, erano necessari  tre anni di effettiva separazione tra i coniugi ma l’art. 3 della legge sul divorzio è stato modificato dalla legge n. 55\2015 che ha fatto scendere il periodo di separazione a:
1) dodici mesi dall'avvenuta comparizione dei coniugi innanzi al presidente del tribunale nella procedura di separazione personale;
2) sei mesi nel caso di separazione consensuale, anche quando il giudizio contenzioso si sia trasformato in consensuale.

I sei mesi devono poi essere calcolati dalla data certificata nell'accordo di separazione raggiunto a seguito di convenzione di negoziazione assistita da un avvocato o dalla data dell'atto contenente l'accordo di separazione concluso innanzi all'ufficiale dello stato civile.

questione ancora molto dibattuta è quella che riguarda la discrezionalità del giudice sulla pronuncia divorzio

Ci si chiede, infatti, se il giudice deve semplicemente accertare l'esistenza delle cause previste dall'articolo 3 oppure verificare se sia anche cessata la comunione spirituale e materiale tra i coniugi.
Parte della dottrina ritiene che il giudice potrebbe negare il divorzio quando, pur sussistendo uno dei casi previsti all'articolo 3, accerti che la comunione materiale e spirituale non è cessata come, ad esempio, nel caso in cui si riprenda la convivenza, se pur temporaneamente. Sul punto la giurisprudenza, invece, mantiene un orientamento oscillante.

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