Giurisprudenza
Oggetto
dell’azione di nullità.
Cass. civ. Sez. Unite, 12-12-2014, n. 26242
Nell'azione di nullità del contratto,
come in generale nelle azioni d’impugnativa negoziale, l'oggetto del
processo (e del giudicato) è costituito non dal diritto potestativo
fondato sul singolo motivo (di annullamento, rescissione, risoluzione,
nullità) dedotto in giudizio, ma dal negozio e dal rapporto giuridico
sostanziale che ne scaturisce.
FONTI Foro It., 2015, 3, 1, 862
Sulla rilevabilità d’ufficio della
nullità; si propongono una serie di importanti sentenze, perché
pronunciate a sezioni unite.
Come si vede il giudice rileva
d’ufficio la nullità anche se la domanda è stata proposta per una
diversa causa di nullità e anche se non richiesta dalle parti;
tuttavia non può, anche quando
ricorrono le circostanze previste dalla legge, convertire d’ufficio un
contratto nullo in uno valido;
in ogni caso la rilevabilità d’ufficio
della nullità, si estende sempre anche alle cosiddette nullità di
protezione (come quelle previste nel codice del consumo) anche se non è
prevista espressamente la rilevabilità d’ufficio. La nullità, poi, può
essere rilevata d’ufficio anche in appello, ( e in cassazione) pure se
non richiesta in primo grado. Cominciamo con l’ultima massima.
Cass. civ. Sez. I, 26-07-2016, n.
15408
Il giudice davanti al quale sia stata
dedotta (o eccepita) una nullità contrattuale deve rilevare d'ufficio
l'esistenza di cause di nullità diverse da quelle prospettate dalla
parte perché l'accertamento della nullità afferisce ad un diritto
autodeterminato e ciò implica che un eventuale profilo diverso di
nullità, indipendentemente dalla sua specifica deduzione, deve poter
essere comunque esaminato.
FONTI De Agostini Giuridica, 2016
Cass. civ. Sez. Unite, 12-12-2014, n.
26242
Il giudice innanzi al quale sia stata
proposta domanda di nullità contrattuale deve rilevare di ufficio
l'esistenza di una causa di quest'ultima diversa da quella allegata
dall'istante, essendo quella domanda pertinente ad un diritto
autodeterminato, sicché è individuata indipendentemente dallo specifico
vizio dedotto in giudizio.
FONTI CED Cassazione, 2014
Cass. civ. Sez. Unite, 12-12-2014, n.
26242
I poteri officiosi di rilevazione di
una nullità negoziale non possono estendersi alla rilevazione di una
possibile conversione del contratto, ostandovi il dettato dell'art. 1424
cod. civ., - secondo il quale il contratto nullo può, non deve, produrre
gli effetti di un contratto diverso - atteso che, altrimenti, si
determinerebbe un'inammissibile rilevazione di una diversa efficacia,
sia pur ridotta, di quella convenzione negoziale. (Cassa e decide nel
merito, App. Brescia, 13/01/2011)
FONTI CED Cassazione, 2014
Cass. civ. Sez. Unite, 12-12-2014, n. 26242
La rilevabilità officiosa delle
nullità negoziali deve estendersi anche a quelle cosiddette di
protezione, da configurarsi, alla stregua delle indicazioni provenienti
dalla Corte di giustizia, come una "species" del più ampio "genus"
rappresentato dalle prime, tutelando le stesse interessi e valori
fondamentali - quali il corretto funzionamento del mercato (art. 41
Cost) e l'uguaglianza almeno formale tra contraenti forti e deboli (art.
3 Cost) - che trascendono quelli del singolo. (Cassa e decide nel
merito, App. Brescia, 13/01/2011) FONTI CED Cassazione, 2014
Cass. civ. Sez. Unite, 12-12-2014, n. 26243
L'art. 1421 cod. civ. non conosce né
consente limitazioni di grado: al giudice di appello è fatto obbligo di
rilevare d'ufficio una causa di nullità non dedotta né rilevata o in
primo grado, indicandola alle parti ai sensi dell'art. 101, secondo
comma, cod. proc. civ.; tale obbligo deve ritenersi attivabile da
ciascuna delle parti ai sensi dell'art. 345, secondo comma, cod. proc.
civ., che consente la proposizione di eccezioni rilevabili d'ufficio; la
declaratoria di inammissibilità della domanda, proposta per la prima
volta in appello, di nullità per novità della questione non ne impedisce
la conversione e l'esame sub specie di eccezione di nullità,
legittimamente proposta dall'appellante in quanto rilevabile d'ufficio;
il giudice d'appello non potrà limitarsi ad una declaratoria di
inammissibilità in ragione della novità della domanda di nullità –
emanando una pronuncia che racchiuderebbe, in tal caso, un significante
esplicito (l'inammissibilità della domanda) ed un implicito significato
(la validità negoziale) –, ma deve, in conseguenza della conversione
della domanda (inammissibile) in eccezione (ammissibile) di accertamento
della nullità, esaminare il merito della questione.
FONTI Sito Il caso.it, 2015
Cass. civ. Sez. Unite, 12-12-2014, n. 26242
A seguito del rilievo officioso della
nullità nell'ambito di un'azione di impugnativa negoziale (di
adempimento, risoluzione, annullamento, rescissione), il giudice, ove le
parti non abbiano chiesto l'accertamento della nullità, può dichiarare,
in motivazione, la nullità del negozio (anche nei casi di nullità
speciali o di protezione, salvo che la parte interessata dichiari di non
volersene avvalere); ove, invece, le parti abbiano proposto domanda di
accertamento, il giudice dichiara la nullità del negozio direttamente
nel dispositivo, con effetto, in entrambi i casi, di giudicato in
assenza di impugnazione. FONTI
Foro It., 2015, 3, 1, 862
La nullità del
contratto (la cui azione è imprescrittibile) non va confusa con l’azione
per ottenere il risarcimento del danno in seguito a detta nullità.
Quest’ultima azione, infatti, si prescrive, ma la cassazione chiarisce
da che momento incomincia a decorrere il termine di prescrizione.
Cass. civ. Sez. III, 16-05-2013, n. 11933 (rv. 626636)
La prescrizione del diritto al
risarcimento del danno causato dalla nullità del contratto inizia a
decorrere dalla data del contratto, se a domandarlo è la stessa parte
che ha invocato la nullità; decorre, invece, dalla data di accertamento
giudiziale della nullità, se è preteso da una parte negoziale diversa da
quella che ha fatto valere quest'ultima. (Cassa con rinvio, App. Roma,
05/12/2005) FONTI CED Cassazione, 2013 |