Giurisprudenza
Sulla prova
dell’incapacità naturale.
Cass. civ. Sez. VI - 2 Ordinanza,
17-09-2013, n. 21148
In tema di capacità del donante e
quindi di validità ed efficacia della donazione, l'incapacità naturale,
quale causa d'annullamento del negozio, è desumibile (anche) dalla
(anteriore) certificazione della Commissione medica anche se chiamata a
valutare la valutazione della domanda di invalidità pensionistica,
proposta dal medesimo soggetto poi divenuto donante. Pertanto, una volta
provata l'infermità mentale permanente, è onere di chi afferma la
validità dell'atto dimostrare che sia stato compiuto in occasione di una
temporanea regressione della patologia, ovvero in un lucido intervallo,
secondo la corretta interpretazione delle norme di cui agli artt. 2697 e
428 c.c..
FONTI Notariato, 2013, 6, 620
Cass. civ. Sez. II, 03-01-2014, n. 59
Accertata la totale incapacità di un
soggetto in due determinati periodi, prossimi nel tempo, per il periodo
intermedio la sussistenza dell'incapacità naturale è assistita da
presunzione iuris tantum. FONTI Foro It., 2014, 2, 1, 476
Cass. civ. Sez. III, 08-02-2012, n.
1770
Il rigetto dell'istanza di
inabilitazione non preclude l'indagine sulla effettiva incapacità di
intendere e di volere del contraente al momento della conclusione del
contratto.
FONTI Giur. It., 2012, 7, 1524
Cass. civ. Sez. lavoro, 14-04-2010, n.
8886
Le dimissioni presentate dal
dipendente in stato di provata incapacità, anche transitoria, di
intendere e di volere, sono oggetto di annullamento. FONTI Foro It.,
2010, 10, 1, 2676
Sulla necessità
del grave pregiudizio all’incapace per l’annullamento del contratto da
lui stipulato.
Cass. civ. Sez. II, 26-02-2009, n. 4677 (rv. 607231)
Ai fini dell'annullamento
del contratto per incapacità di intendere e di volere, ai
sensi dell'art. 428, secondo comma, cod. civ. , non è richiesta, a
differenza dell'ipotesi del primo comma, la sussistenza di un
grave pregiudizio, che, invece, costituisce indizio rivelatore
dell'essenziale requisito della mala fede dell'altro contraente; quest'
ultima risulta o dal pregiudizio anche solo potenziale, derivato
all'incapace, o dalla natura e qualità del contratto, e consiste nella
consapevolezza che l'altro contraente abbia avuto della menomazione
della sfera intellettiva o volitiva del contraente. Peraltro, la prova
dell'incapacità deve essere rigorosa e precisa ed il suo apprezzamento,
riservato al giudice del merito, non è censurabile in sede di
legittimità tranne che per vizi logici o errori di diritto. (Rigetta,
App. L'Aquila, 22/12/2003) FONTI CED Cassazione, 2009
Cass. civ. Sez. II Sent., 09-08-2007,
n. 17583 (rv. 600434)
Ai fini dell'annullamento
del contratto concluso da un soggetto in stato d'incapacità naturale, è
sufficiente la malafede dell'altro contraente, senza che sia richiesto
un grave pregiudizio per l'incapace; laddove, in concreto,
tale pregiudizio si sia verificato, esso tuttavia ben può costituire un
sintomo rivelatore di detta malafede (Nella specie la S.C. ha confermato
la decisione del giudice di merito che ha ritenuto a maggior ragione
provata la malafede dell'acquirente, dal momento che era stato
accertato, mediante consulenza tecnica psichiatrica, espletata nel
giudizio relativo all'interdizione dell'alienante, il suo stato di grave
infermità psichica irreversibile da etilismo cronico). (Rigetta, App.
Roma, 25 Giugno 2002)
FONTI CED Cassazione, 2007 |
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