Giurisprudenza
Cass. civ. Sez. III, 23-06-2017, n.
15645 (rv. 644751-03)
Il principio dell'apparenza del
diritto, riconducibile a quello più generale della tutela
dell'affidamento incolpevole, può essere invocato con riguardo alla
rappresentanza, allorché, indipendentemente dalla richiesta di
giustificazione dei poteri del rappresentante ex art. 1393 c.c., non
solo vi sia la buona fede del terzo che abbia concluso atti con il falso
rappresentante, ma vi sia anche un comportamento colposo del
rappresentato, tale da ingenerare nel terzo la ragionevole convinzione
che il potere di rappresentanza sia stato effettivamente e validamente
conferito al rappresentante apparente. (Cassa con rinvio, CORTE
D'APPELLO ROMA, 23/07/2013)
FONTI
Cass. civ. Sez. I, 02-03-2016, n.
4113
La rappresentanza tollerata,
riscontrabile ove il rappresentato, pur consapevole dell'attività del
falso rappresentante, non intervenga per farne cessare l'ingerenza, è
un'ipotesi di rappresentanza apparente, sicché l'operazione del "falsus
procurator" è efficace nei confronti del rappresentato, avendo costui
dato causa alla situazione di apparente legittimazione in cui il terzo
ha, senza colpa, confidato. (In applicazione di tale principio, la S.C.
ha confermato la sentenza impugnata, che aveva riconosciuto l'efficacia
di operazioni di prelevamento effettuate, sul conto corrente di
corrispondenza di una banca, da un funzionario diverso da quelli
convenzionalmente legittimati ad operare, mai avendo la prima sollevato
contestazioni, per un periodo di due anni, malgrado la regolare
ricezione degli estratti conto). (Rigetta, App. Venezia, 28/10/2010)
FONTI
Le principali caratteristiche della
rappresentanza apparente, la buona fede del terzo e il comportamento
colposo del rappresentato apparente idoneo a ingenerare l’affidamento
del terzo.
Cass. civ. Sez. III, 27-01-2015, n. 1451
Il principio dell'apparenza del
diritto nella sua declinazione di apparenza colpevole, operante in
materia di rappresentanza negoziale nei confronti del rappresentato
apparente nel concorso, necessario, dell'esistenza di una situazione di
fatto difforme da quella di diritto, della sussistenza della buona fede
del terzo che abbia stipulato con il falso rappresentante, nonché della
sussistenza di un comportamento colposo del rappresentato
(oggettivamente idoneo ad ingenerare nel terzo la ragionevole
convinzione che il potere di rappresentanza sia stato effettivamente e
validamente conferito al rappresentante apparente), trova applicazione
anche nei confronti delle associazioni non riconosciute al fine di
rendere le stesse obbligate in via principale, ai sensi dell'art. 38
c.c., per l'attività posta in essere da soggetto privo dei poteri
rappresentativi dell'associazione stessa.
FONTI Notariato, 2015, 2, 173
Cass. civ. Sez. II, 09-03-2012, n.
3787
In tema di rappresentanza, possono
essere invocati i principi dell'apparenza del diritto e dell'affidamento
incolpevole allorché non solo vi sia la buona fede del terzo che ha
stipulato con il falso rappresentante, ma anche un comportamento colposo
del rappresentato, tale da ingenerare nel terzo la ragionevole
convinzione che il potere di rappresentanza sia stato effettivamente e
validamente conferito al rappresentante apparente. (Rigetta, App.
Palermo, 22/02/2007)
FONTI Obbl. e Contr., 2012, 6
In maniera ancora più analitica
questa sentenza individua i requisiti della rappresentanza apparente.
Cass. civ. Sez. III, 24-11-2003, n. 17835
Il contratto concluso in nome altrui
da un rappresentante senza poteri vincola il falso rappresentato (che
non può invocarne l'inefficacia) se ricorrono le seguenti condizioni: a)
un'apparenza di poteri rappresentativi, e cioè la presenza di indici
esteriori e obiettivi tali da legittimare l'impressione che i poteri
rappresentativi esistessero;
c) l'affidamento incolpevole, o, in
altra parole, l'errore scusabile del terzo contraente, circa l'esistenza
dei poteri rappresentativi.
L'onere di provare che ricorrono tali
presupposti incombe al terzo contraente che invoca l'efficacia del
contratto, mentre il loro accertamento è oggetto di un giudizio di fatto
devoluto al giudice di merito e insindacabile in sede di legittimità ove
adeguatamente motivato. FONTI Guida al Diritto, 2004, 4, 58
Il pagamento effettuato al
rappresentante apparente del creditore libera il debitore? Sì, ma a
certe condizioni che poi sono quelle dell’opponibilità dell’apparenza.
Cass. civ. Sez. II, 11-09-2013, n. 20847
Nell'ipotesi di pagamento al
creditore apparente ex art. 1189 c.c. il pagamento fatto
al rappresentante apparente, al pari di quello fatto al creditore
apparente, libera il debitore di buona fede, ai sensi dell'art. 1189
c.c., ma a condizione che il debitore, il quale invoca il principio
dell'apparenza giuridica, fornisca la prova non solo di avere confidato
senza sua colpa nella situazione apparente, ma, altresì, che il proprio
erroneo convincimento sia stato determinato da un comportamento colposo
del creditore che abbia fatto sorgere nel solvens in buona fede una
ragionevole presunzione sulla rispondenza alla realtà dei poteri
rappresentativi dell'accipiens.
FONTI Notariato, 2013, 6, 621 |
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