16 Domande Cognizione


151. In base a quali motivazioni una parte potrà chiedere la chiamata in causa di un terzo?

1. La chiamata del terzo in causa è espressamente prevista solamente nell'ipotesi della chiamata in garanzia, e per ragioni di pregiudizialità dipendenza, nel senso che la parte che chiama ha solamente l'interesse di estendere l'efficacia della sentenza nei confronti del terzo;

2. La chiamata in causa di un terzo potrà essere richiesta per la comunanza di causa tra la posizione della parte che chiama, e quella del terzo che è chiamato; la chiamata poi potrebbe essere effettuata anche in garanzia, mentre è dubbio che si possa effettuare la chiamata solo per ragioni di pregiudizialità dipendenza;

3. La chiamata in causa del terzo può essere effettuata per ragioni di comunanza di causa o di garanzia, ma sia per l'attore sia per il convenuto, solamente dopo che il giudice l'avrà autorizzata;

 

152. Quando il giudice potrà ordinare la chiamata in causa di un terzo?

1. Il giudice ordinerà la chiamata in causa del terzo ex articolo 107, quando ritenga che la posizione del terzo sia di litisconsorzio necessario.

2. Il giudice ordinerà la chiamata in causa del terzo quando una delle parti gli faccia un'espressa richiesta;

3. Secondo la lettera dell'articolo 107, la chiamata in causa del terzo da parte del giudice sarà ordinata in ipotesi di comunanza di causa, in definitiva in questa ipotesi si ha una violazione del principio la domanda;

 

 

 

153. Quando il garantito potrà chiedere l'estromissione dal processo?

1. Secondo quanto dispone la legge, l'estromissione del garantito potrà avvenire solamente se il garante compare e accetta di assumere la causa, ma si ritiene che questa ipotesi possa riguardare solo i casi di garanzia reale;

2. Secondo quanto dispone la legge, l'estromissione del garantito potrà avvenire solamente se il garante compare e accetta di assumere la causa, ma si ritiene che questa ipotesi possa riguardare solo i casi di chiamata in garanzia dell'assicurazione in caso di sinistro stradale;

3. Secondo quanto dispone la legge, l'estromissione del garantito potrà avvenire solamente se il garante compare e accetta di assumere la causa, ma si ritiene che questa ipotesi riguardi tutti casi in cui il garante compaia in giudizio, indipendentemente dai rapporti che vi sono tra lui e il garantito;

 

 

154. Quando l'obbligato potrà chiedere l'estromissione dal processo ex articolo 109?

1. L'obbligato potrà chiedere l'estromissione dal processo quando è certo di dover comunque eseguire la prestazione, e di conseguenza con questo suo comportamento libererà le parti dal dover provare i fatti costitutivi del loro diritto.

2. L'obbligato potrà chiedere l'estromissione dal processo, accettata dalle altre due parti, quando dichiari di non avere più interesse a proseguire il giudizio; in tal caso il giudice disporrà l'estromissione dell'obbligato, avvertendolo però che potrà sempre essere richiamato in giudizio nel momento in cui le parti, o una parte sola, ne faranno espressa richiesta;

3. Questa estromissione dell'obbligato potrà aversi solo nel caso in cui due o più parti reclamino contemporaneamente la prestazione da parte dell'obbligato, che dovrà anche dichiararsi pronto ad eseguire la prestazione nei confronti di chi ne avrà diritto; in tal caso depositerà la cosa o la somma dovuta;

 

 

155. L'articolo 110 parlando della successione a titolo universale nel processo, parla dell'ipotesi in cui la parte viene meno per morte od altra causa; a cosa si riferisce quando parla di altra causa?

1. Il riferimento è sempre alle persone fisiche, che possono venir meno per morte, o per altra causa, e qui si fa il caso di una persona fisica che abbia perso la capacità di agire, come quando sia stata interdetta. In tal caso il processo prosegue con il successore universale, cioè con il soggetto che ha la tutela della persona interdetta.

2. Il riferimento è alle persone fisiche cui è stata tolta la capacità giuridica;

3. Il riferimento è agli enti e non alle persone fisiche, che ovviamente vengono meno per morte ma non per altra causa;

 

 

 

156. Che succede quando nel corso di un processo si vende l'oggetto del diritto su cui verteva lo stesso oggetto?

1. Il processo è sospeso, per dar modo all'acquirente del bene di intervenire nel processo.

2. L'alienante sarà automaticamente estromesso dal processo, e al posto suo sarà chiamato l'acquirente del bene;

3. Il processo prosegue comunque fra le parti originarie, ma all'acquirente del bene ha il diritto di intervenire nel processo, o può essere chiamato da una delle parti o anche dal giudice che sia conoscenza, dagli atti processuali, del trasferimento;

 

157. La sentenza pronunciata fra le parti originarie spiega sempre i suoi effetti nei confronti successore a titolo particolare?

1. In realtà bisogna tener presente gli effetti della trascrizione della domanda giudiziale, rispetto alla trascrizione dell'acquisto di un bene immobile, e del possesso in buona fede conseguito dall'acquirente che ignorava l'esistenza del processo; solo in questi due casi la sentenza non spiegherà effetti nei confronti del successore a titolo particolare;

2. La sentenza pronunciata fra le parti originarie produce i suoi effetti nei confronti del successore a titolo particolare solo quando questi sia intervenuto o sia stato chiamato nel processo;

3. La sentenza spiegherà i suoi effetti nei confronti del successore a titolo particolare, solo nel caso in cui questa gli sia favorevole, mentre se gli è sfavorevole, non gli potrà essere opposta.

 

 

158. L'articolo 121 del codice di procedura civile pone il principio della libertà delle forme degli atti di parte, come deve essere inteso questo principio?

1. Il principio deve essere inteso nel senso che quando la legge non preveda un atto debba essere redatto in forma scritta, potrà essere compiuto nella forma più idonea per il raggiungimento allo scopo, per esempio oralmente;

2. Il principio deve essere inteso nel senso del contenuto forma, cioè nel senso che quando la legge non preveda un particolare schema per la redazione dell'atto, questo potrà essere redatto con lo schema più idoneo per il raggiungimento dello scopo;

3. Il principio, in realtà non trova pratica applicazione, perché la legge prevede sempre lo schema attraverso cui devono essere redatti gli atti processuali.

 

159. L'articolo 131 parla nella forma degli atti del giudice, cioè dei provvedimenti, e ribadisce il principio della libertà delle forme, come va inteso questo principio?

1. La libertà delle forme va intesa nel senso che il giudice può scegliere durante il corso il processo, che tipo di provvedimento adottare, e ciò in omaggio al principio del libero convincimento del giudice, costituendo le ipotesi in cui la legge prevede il singolo provvedimento solo fattispecie di carattere residuale.

2. La legge non può prevedere in tutti i casi la forma che deve prendere un provvedimento del giudice, cioè sentenza ordinanza o decreto, e quindi lo stesso articolo 131, prevedendo questo caso, dispone che nei casi in cui la legge non preveda la forma dell'atto, il giudice lo redigerà in forma idonea al raggiungimento allo scopo;

3. È vero che l'articolo 131 parla la libertà delle forme anche in relazione ai provvedimenti del giudice, ma in realtà la legge dice sempre quale forma deve avere un certo provvedimento del giudice, e di conseguenza non trova applicazione in merito ai provvedimenti il principio della libertà delle forme;

 

 

160. L’articolo 156 del codice di procedura civile prevede i casi di nullità assoluta, e cioè i casi in cui un provvedimento è nullo, imponendo al giudice il dovere circa la pronuncia di nullità, questo è vero in tutti casi?

1. Trattandosi di nullità assoluta è evidente che il legislatore ha ritenuto che un atto con un simile vizio non possa mai produrre effetti, e quindi giudice in ogni caso dovrà dichiarare la nullità di tale atto non essendogli lasciato un potere discrezionale circa la scelta se dichiararla o meno;

2. No, perché la nullità non può essere pronunciata, anche se esistente e accertata, quando l'atto nonostante la nullità, abbia raggiunto comunque il suo scopo;

3. In realtà l'articolo 156 non pone un limite invalicabile alla dichiarazione di nullità, perché il giudice, anche se rileva la nullità di carattere assoluto, non la pronuncia quando si rende conto che tale nullità non ha portato particolari problemi sulla funzionalità del processo, e ciò potrebbe accadere, ad esempio, come applicazione pratica, nell'ipotesi prevista dall'articolo 164 sulla nullità della citazione, dove il giudice potrebbe anche non pronunciare la nullità quando si renda conto che il convenuto che non si sia costituito, abbia tenuto tale comportamento per motivi diversi rispetto alla nullità della stessa citazione.