Claudio Mellone, Manuale di Diritto Privato
Qui tutti i lavori giuridici di Claudio Mellone

la volontà

 

Come si vede la volontà deve essere intesa nella duplice veste di volontà della dichiarazione e volontà degli effetti e ciò perché proprio attraverso questo elemento si coglie l'essenza del principio di autonomia negoziale, un luogo dove i privati possono regolare da sé i propri interessi.
Si capisce, quindi, perché la volontà è spesso definita come "l'anima del negozio". A questo punto, potrebbe sembrare finita la nostra indagine, e, in effetti, è essenziale sapere che nel negozio giuridico la volontà non può mancare; ma dobbiamo affrontare alcune importanti questioni relative ai casi in cui vi sia divergenza tra volontà e dichiarazione, vediamole:

Passiamo ora alle ipotesi in cui la dichiarazione non voluta non rende  nullo il negozio:

Abbiamo visto che vi sono dei casi in cui la dichiarazione non vincola chi l'emette ed altri casi in cui accade il contrario, perché?
A ben guardare scopriamo che è rilevante non solo l'esistenza della volontà, ma anche la posizione di chi riceve la dichiarazione, dell'altra parte del negozio, che può aver fatto ragionevole affidamento sulla dichiarazione.
Nelle prime due ipotesi è chiaro che l'altra parte non poteva certo fare affidamento sulle dichiarazioni rese dall'altra proprio per il contesto dove sono state emesse; nelle altre due, invece, ben poteva esserci questo affidamento poiché l'altra parte poteva non essere in grado di accorgersi della riserva mentale o dell'errore. 
Per risolvere, quindi, i problemi riguardanti i casi in cui la dichiarazione diverge dalla volontà, ci viene in soccorso la teoria detta "dell'affidamento". Per questa teoria, vi è contrasto tra volontà e dichiarazione il negozio è valido quando colui che riceve la dichiarazione non era in grado di accorgersi del contrasto usando l'ordinaria diligenza; invalido quando colui che riceve la dichiarazione era in grado di accorgersi  o comunque sapeva del contrasto tra la volontà e la dichiarazione.
Come si vede la teoria dell'affidamento protegge adeguatamente entrambe le parti, ma non protegge mai la mala fede; anche nel caso in cui fosse molto difficile accorgersi del contrasto tra volontà e dichiarazione, chi riceve la dichiarazione non è  tutelato quando sapeva di detto contrasto.

Torna alla pagina iniziale del manuale