Claudio Mellone, Manuale di Diritto Privato
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lo stato di figlio

 In passato si distingueva tra figli legittimi e naturali, ma con una serie di interventi legislativi, culminati con il d.lgs. 154\2013 ogni distinzione è stata abolita; di conseguenza non si distingue più tra figli legittimi e naturali, e la condizione giuridica del figlio è considerata dalla legge sempre la stessa, indipendentemente dalle condizioni dei suoi genitori.
Ciò non toglie, però, che possano sorgere questioni circa la paternità del figlio, e l’esistenza del matrimonio comporta una serie di presunzioni circa la paternità del figlio nato in costanza di matrimonio, le presunzioni di paternità. 

L'accertamento della maternità, invece, non pone particolari problemi poiché, come afferma il famoso detto latino "mater sempre certa est".
Focalizziamo la nostra attenzione, quindi, sulla presunzione di paternità e su quella di concepimento durante il matrimonio.

Quest'ultima presunzione è assoluta, nel senso che non ammette prova contraria, ma questo non deve far pensare che il marito debba per forza considerarsi il padre del figlio nato in questi periodi. 
Se, infatti, mettiamo a confronto la presunzione di paternità di cui all'articolo 231 e quella di concepimento di cui all'articolo 232, scopriamo che si riferiscono a casi diversi. 
L'articolo 232 ( presunzione di concepimento) non fa altro che stabilire che si presume concepito durante matrimonio il figlio nato nei periodi di tempo indicati. L'articolo 231, invece, si limita a dire che si presume figlio del marito quello nato durante il matrimonio anche, cioè, quello nato  non dopo i 300 giorni dallo scioglimento o annullamento del matrimonio.
Si spiega, allora, come la presunzione di cui all'articolo 232 sia assoluta, nel senso che non è possibile decidere diversamente circa nascita in costanza di matrimonio di un figlio nato in quei periodi di tempo, mentre, la presunzione di cui all'articolo 231 sia relativa, nel senso che il marito può tramite azione di disconoscimento della paternità far accertare che il figlio nato durante matrimonio non sia stato generato da lui.
Può accadere che il figlio sia nato dopo i 300 dal suo annullamento; come considerare questo figlio? Leggiamo, ex art. 234,  la risposta:

 

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