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Il comma 50 della legge sulle unioni civili prevede un nuovo tipo di contratto tipico, il contratto di convivenza.
Questo contratto, come tutti i contratti, ha carattere patrimoniale e ha lo scopo di disciplinare i rapporti patrimoniali dei conviventi relativi alla loro vita in comune. In questo modo il legislatore ha individuato la causa del contratto che consiste, appunto, nella disciplina dei rapporti patrimoniali derivanti dalla vita in comune.
Non è specificato se questo contratto debba disciplinare “tutti” questi rapporti patrimoniali, ma il comma 53 prevede che il contratto deve contenere, l’indirizzo indicato da ciascun convivente dove devono essere inviate le comunicazioni relative allo stesso contratto e “può” (e non deve) contenere:
a) l'indicazione della residenza;
b) le modalità di contribuzione alle necessità della vita in comune, in relazione alle sostanze di ciascuno e alla capacità di lavoro professionale o casalingo;
c) il regime patrimoniale della comunione dei beni, di
cui alla sezione III del capo VI del titolo VI del libro primo del codice
civile.
Possiamo quindi ritenere, in merito al contenuto effettivo del contratto che questo, in armonia con la sua causa, debba comunque creare un regime patrimoniale della convivenza di fatto e non limitarsi a regolare aspetti marginali o economicamente poco rilevanti dei rapporti patrimoniali che possono sorgere dalla convivenza.
Un contratto di convivenza, sottoposto a tutte le forme e gli adempimenti e regimi di opponibilità che si limiti a regolare, ad es. solo chi debba pagare le bollette telefoniche o la benzina per l’automobile sarebbe nullo, a parere di chi scrive, per irrilevanza della causa. Situazioni come quelle appena descritte, infatti, possono essere regolate dai conviventi con semplici e bonari accordi, mentre creare un regime patrimoniale della convivenza deve essere il reale scopo del contratto.
1)
Forma e opponibilità del
contratto di convivenza;
2) Nullità del contratto di
convivenza;
3)La risoluzione del
contratto di convivenza.
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