6  Domande  sulle obbligazioni

Nelle risposte, in grassetto la risposta esatta;

 

 

51) Tizio deve una rilevante somma a Caio, e tale somma raggiunge il valore di € 150.000; accade però che Tizio ha un patrimonio insufficiente per coprire il valore di questo debito, e Caio, sfortunatamente per lui, si rende conto solo successivamente che ha fatto una vera e propria sciocchezza a dare a mutuo tanti soldi a Tizio; nonostante ciò procede con degli atti per ottenere perlomeno una parte di quanto gli spetta, ma l'esecuzione, portata a termine, fa recuperare a Caio solamente € 20.000, dei 150.000 che aveva dato a Tizio. Accade però che poi Tizio riceve da un suo lontano parente una somma di danaro pari a € 200.000, oltre che alcuni beni mobili e immobili. Caio viene a sapere della cosa, e vuole procedere per farsi assegnare questi soldi attualmente depositati presso una banca, ma Tizio si oppone, dicendo che Caio non ha il diritto di pignorare questi soldi; allora Caio si reca dall'avvocato per avere dei consigli in proposito; che cosa dirà l'avvocato?

 

a) l'avvocato dirà che Caio avrà ben poche possibilità di recuperare il resto dei suoi soldi; è accaduto infatti che lo stesso Caio già ha pignorato il patrimonio di Tizio, ricavandone € 20.000; essendosi ormai chiusa l'esecuzione, Caio non potrà pretendere ulteriori soldi dallo stesso Tizio, proprio perché l'esecuzione è stata già portata a termine, e non sono pignorabili ulteriori beni che dopo l'esecuzione sono entrati nel patrimonio di Tizio;

b) l'avvocato dirà Caio che si potrà agire per recuperare gli altri € 130.000 che Tizio gli deve; in effetti dall'esecuzione già effettuata, Caio ha recuperato solo € 20.000, e quindi non ha avuto quello che gli spettava; d'altro canto è vero che Tizio garantisce l'adempimento della sua obbligazione non solamente con i beni che esistevano al momento in cui il debito è sorto, ma anche con i beni che successivamente sono entrati nel suo patrimonio. Ora se ciò è accaduto, e se Caio non è stato adeguatamente soddisfatto dalla prima esecuzione, lo stesso Caio ha tutto il diritto di agire ancora per recuperare il resto dei suoi soldi;

c) l'avvocato dirà a Caio che Tizio deve dargli i 130.000 euro che ancora gli deve; avvertirà però lo stesso Caio che non potrà recuperare effettivamente gli ulteriori € 130.000, perché il fatto che questi beni, e questi soldi, sono entrati nel patrimonio di Tizio dopo che sia sorto il debito, limita la sua possibilità ad ottenere un integrale risarcimento dei danni che ha subito dall'inadempimento dello stesso Tizio; in effetti, ragiona l'avvocato, quando Caio ha fatto credito a Tizio sapeva o doveva sapere che il patrimonio di Tizio non sarebbe mai stato sufficiente a coprire l'intero debito di € 150.000, e di conseguenza Caio ha accettato il rischio che Tizio non riuscisse coprire interamente il suo debito; di conseguenza non gli spetterà la restituzione di tutto quello che ha dato Tizio, ma solo di una parte di questa somma, equitativamente quantificata dal giudice;

 

 

 

Risposta 51

 

 

 

52) Tizio è un incallito debitore, e deve parecchi soldi ai suoi tre principali creditori che sono: Caio, Sempronio e Mevio; complessivamente deve a questi tre la somma di 1 milione di euro, ma il debito che ha nei confronti di ognuno di loro è di diversa entità; in effetti nei confronti di Caio tizio ha un debito di € 50.000, nei confronti di Sempronio ha un debito di € 150.000, e nei confronti di Mevio, che è il più sfortunato dei tre, ha un debito di € 800.000. Tizio comunque non paga a nessuno dei tre, e ha un appartamentino di proprietà in centro; a questo punto i tre iniziano l'esecuzione contro Tizio, e riescono a far mettere in vendita lo stesso appartamento dopo il pignoramento; venuto il momento della ripartizione della somma ricavata, pari a € 500.000, Mevio dice che i € 500.000 spettano tutti quanti a lui, perché è di gran lunga il maggior creditore di Tizio, e che comunque agli altri due Caio Sempronio sarebbe spettato qualcosa, se dopo la vendita il suo credito fosse stato soddisfatto per lo meno al 90%, cosa che nei fatti non è avvenuta; ha ragione Mevio?

 

a) Mevio ha certamente ragione, perché secondo l'articolo 2741 tutti creditori hanno egual diritto a essere soddisfatti ma in questo caso però se si vanno a soddisfare anche gli altri due creditori, Mevio sostanzialmente perderà molti più soldi rispetto agli altri due, e quindi l'eguaglianza del diritto in merito alla soddisfazione del loro credito viene meno; di conseguenza Mevio dovrà essere integralmente soddisfatto dalla vendita dell'appartamento che comunque non copre l'intero suo credito di € 800.000, ma copre solo la somma di € 500.000; di conseguenza Mevio ha già perso € 300.000, ed è quindi giusto che gli altri due perdano i loro 50.000 e € 150.000;

b) Mevio ha torto, infatti l'articolo 2741 deve essere correttamente interpretato, e quando si dice che tutti i creditori hanno egual diritto di essere soddisfatti sui beni del debitore, vuol dire che se il patrimonio del debitore è insufficiente a soddisfare i debiti di tutti i creditori, quello che si ricava dalla vendita di detti beni sarà diviso proporzionalmente tra i vari creditori, proporzionalmente nel senso che ognuno avrà una percentuale dei soldi ricavati dalla vendita proporzionale al credito che aveva nei confronti del debitore; di conseguenza Mevio avrà una percentuale dei € 500.000, il valore dell’appartamento, superiore agli altri due creditori, ma non potrà pretendere che gli altri due creditori siano totalmente estromessi del ricavato della vendita;

c) Mevio ha ragione; in effetti il fatto che lui avesse ben € 800.000 di credito nei confronti di Tizio, su un debito complessivo di Tizio di 1 milione di euro, sostanzialmente gli dà una causa legittima di prelazione; l'articolo 2741, infatti, dice effettivamente che tutti i creditori hanno egual diritto ad essere soddisfatti sui beni del debitore, ma aggiunge salve le cause legittime di prelazione; di prelazione vuol dire di preferenza, ed è fuori di ogni dubbio che chi deve avere tanti soldi rispetto agli altri creditori debba essere preferito rispetto a questi, se non si vuole creare una palese ingiustizia;

 

 

 

Risposta 52

 

 

 

53) Tizio era una brava persona, che da poco è venuta a mancare; i suoi familiari, in particolare il fratello Caio, decidono di fargli un funerale come si deve, e quindi Caio, che era l'unico che poteva sostenere le spese del funerale, si reca presso l'agenzia funebre affinché tutti vedano lo sfarzo del funerale che lui vuole riservare al caro fratello defunto; e allora conviene col titolare dell'impresa di pompe funebri, di affittare una carrozza, tirata da otto cavalli neri, oltre che una bara di mogano, con inserti dorati; tutto il funerale viene a costare a Caio la somma di € 18.000, e Caio versa un acconto di € 5000, riservandosi di versare il resto dei soldi dopo la cerimonia; il funerale quindi si svolge come previsto, e tutto il paese scende per la strada al passaggio del carro funebre tirato da questi otto cavalli neri, e tutti si meravigliano anche dello sfarzo con cui è stato condotto questo funerale. Caio però non versa al titolare delle pompe funebri Sempronio gli altri € 13.000, e quindi, dopo una serie di vicende processuali, inizia l'esecuzione sui beni mobili dello stesso Caio. Caio però aveva degli altri creditori, e anche loro dovevano avere dei soldi dallo stesso Caio, e anche loro iniziano l'esecuzione sui beni mobili di Caio. Questi ultimi però pretendono di essere trattati alla stessa maniera sulla spartizione della somma ricavata dalla vendita dei beni mobili di Caio, del creditore Sempronio, ma questo si oppone, sostenendo che lui deve essere pagato prima degli altri creditori, perché ha una causa legittima di prelazione per il suo credito. Ha ragione Sempronio?

 

a) Sempronio purtroppo per lui ha torto; in effetti, nulla vietava a Sempronio di costituire una causa legittima di prelazione a suo favore a garanzia del debito che ha comprato Caio, ma una causa legittima di prelazione, pensiamo al pegno o l'ipoteca, o deve essere fatta in maniera particolare, e cioè la consegna del bene in pegno, oppure deve essere iscritta, come accade per l'ipoteca; qui niente di tutto questo è stato fatto, e quindi Sempronio non può vantare alcuna causa legittima di prelazione nei confronti degli altri creditori, proprio perché questa causa legittima di prelazione di cui parla Sempronio non risulta da nessuna parte;

b) Sempronio ha ragione, ma semplicemente ha sbagliato debitore; in realtà i veri debitori sono gli eredi di Tizio, e non Caio. Caio fra l'altro non rientra nemmeno tra gli eredi di Tizio, perché i beni Tizio sono finiti tutti alla moglie e ai figli di Tizio. Di conseguenza è vero che Sempronio deve recuperare completamente i suoi € 13.000, ma non deve chiederli a Caio, e quindi agire nei confronti del patrimonio di Caio, ma deve chiederli agli eredi di Tizio. Di conseguenza è vero che ragione, ma ha semplicemente sbagliato debitore, e quindi gli altri creditori, che sono creditori di Caio, hanno in realtà tutto il diritto di chiedere che lui sia estromesso dall'esecuzione;

b) Sempronio ha ragione, in effetti il contratto non è stato stipulato con gli eredi di Tizio, ma con Caio, che si è impegnato direttamente, e non certo in rappresentanza degli eredi di Tizio a sostenere le spese del funerale, tanto è vero che ha consegnato alla titolare delle pompe funebri Sempronio un acconto di € 5000; Sempronio ha anche ragione a chiedere di essere preferito rispetto agli altri creditori di Caio; in effetti lui ha una causa legittima di prelazione, ed esattamente un privilegio mobiliare. Il privilegio, infatti, non ha bisogno di essere iscritto o reso pubblico in qualche modo, ma è la stessa legge che lo prevede, quindi in mancanza di altre cause legittime di prelazione che possono entrare in concorrenza con il privilegio generale sui mobili di Caio, Sempronio ha diritto di essere preferito agli altri creditori, così come dispone l'articolo 2741 primo comma del codice civile;

 

 

 

 

Risposta 53

 

 

 

54) Tizio ha bisogno di soldi, ha bisogno esattamente di € 2000; ora si reca da Caio, sperando che lo stesso Caio gli dia questi soldi in mutuo, cioè gli presti € 2000; Caio sapendo che Tizio non è esattamente un debitore modello, dice che è disponibile a prestargli questi € 2000, ma deve dare in pegno un bene di valore superiore agli stessi € 2000; Tizio non sa esattamente come fare, poi si ricorda che il suo caro padre gli ha lasciato in eredità un prezioso orologio d'oro, dal valore di 3500 euro; allora prende quest'orologio e lo porta da Caio, e si dichiara disponibile a dargli in pegno l'orologio d'oro del povero papà; Caio a questo punto accetta, redigono per iscritto il contratto di pegno ma Tizio non consegna l'orologio a Caio. Arriva finalmente la scadenza del debito, e Tizio, com'era prevedibile, non dà il € 2000 a Caio, e quindi Caio recupera forzosamente i suoi soldi, facendo pignorare proprio il famoso orologio che gli era stato promesso in pegno. Nel pignoramento però intervengono anche altri creditori dello stesso Tizio, perché loro devono avere da Tizio la somma complessiva di € 2000; ci si rende subito conto che l'orologio del padre di Tizio è insufficiente a pagare Caio e gli altri creditori e Caio però chiede di essere preferito nella distribuzione della somma ricavata, ed esibisce il contratto di pegno stipulato con lo stesso Tizio, ma gli altri creditori si oppongono, sostenendo che Caio ha esattamente lo stesso loro diritto ad essere soddisfatto, ignorando così l'esistenza del pegno; chi ha ragione?

 

 

a) ha ragione Caio, perché ha esibito il contratto di pegno, e quindi attraverso questo contratto di pegno diviene un creditore privilegiato rispetto agli altri che sono invece solamente chirografari. Di conseguenza deve essere pagato prima lui, poi sul ricavato potranno soddisfarsi gli altri creditori;

b) Caio è stato un ingenuo; se voleva avere la precedenza grazie al pegno, doveva farsi anche consegnare il prezioso orologio; invece ha preferito far rimanere il bene nelle mani del debitore Tizio; di conseguenza questo non gli dà alcuna preferenza rispetto agli altri creditori chirografari dello stesso Tizio, e quindi dovrà rassegnarsi a concorrere con loro nella spartizione della somma ricavata dal pignoramento;

c) hanno ragione gli altri creditori di Tizio, e questo perché il pegno in nessun caso dà un reale titolo di prelazione al creditore pignoratizio; è vero infatti che il creditore pignoratizio deve ottenere il possesso del bene dato in pegno, ma quando però su questo bene si agisce in esecuzione forzata, tutti i creditori hanno lo stesso diritto di essere soddisfatti secondo le regole generali dell'articolo 2741 del codice civile. La preferenza, in questo caso, accordata al creditore pignoratizio, sta nel fatto che questi avendo il possesso del bene, può farlo vendere molto più facilmente, proprio perché il bene è il suo possesso, e quindi non rischia di perdersi nelle mani del debitore;

 

 

 

Risposta 54

 

 

 

55) Tizio ha bisogno di soldi, ed esattamente ha bisogno di € 2000; allora si reca da Caio chiedendo questi soldi, e Caio si dichiara disponibile a prestargli questi € 2000, ma chiede una garanzia per il credito. Ora Tizio si ricorda che il suo caro padre defunto, forse per i dispiaceri che gli dava Tizio, gli ha lasciato un prezioso orologio d'oro, dal valore di 3500 euro; questa volta però Tizio si fa consegnare l'orologio dato in pegno, e dà i € 2000 allo stesso Tizio; alla scadenza del debito, però, si presenta da Caio Sempronio, con i € 2000, dichiarandosi pronto a pagare e  riscattare l'orologio dato in pegno; per giustificare la sua richiesta, Sempronio mostra un contratto di compravendita dell'orologio, che lo ha fatto diventare proprietario dell'orologio; Caio però si rifiuta di consegnare l'orologio a Sempronio, sostenendo che con il contratto di pegno lo stesso Tizio ha temporaneamente perduto la proprietà del bene, proprietà che riacquista nel momento in cui restituisce la somma che gli era stata data in prestito, ma Sempronio insiste dicendo che lui è il proprietario, e che avuto incarico dallo stesso Tizio di pagargli i € 2000, e mostra anche la delega firmata da Tizio, ma Caio insiste nella sua posizione, sostenendo che Tizio non poteva proprio vendere quest'orologio fin quando era in suo possesso, proprio perché il suo diritto di proprietà, cioè il diritto di proprietà di Tizio resta sospeso fino a quando lo stesso Tizio non è tornato nel pieno possesso dell'orologio; chi ha ragione?

 

a) ha ragione Sempronio, è vero, infatti, che con il pegno il proprietario, cioè Tizio nel nostro caso, perde il possesso del bene, ma non la proprietà del bene stesso, tanto che può compiere tutti gli atti disposizione del bene, atti che però non possono essere seguiti dalla consegna del bene, che rimane in possesso del creditore pignoratizio; di conseguenza quando Sempronio gli ha mostrato il contratto di compravendita dell'orologio, cosa specifica, e addirittura la delega a pagare il debito nei confronti di Caio, lo stesso Caio accertatosi della regolarità dei documenti, e comunque ricevendo i soldi del debito, deve consegnare l'orologio a Sempronio, divenuto proprietario del bene;

b) ha ragione Caio; in effetti il fatto che la legge subordini l'efficacia del pegno al possesso del creditore, indica implicitamente una sospensione del diritto di proprietà da parte del debitore Tizio; sappiamo che il pegno ha ad oggetto beni mobili, ora come e mai possibile vendere un bene mobile se questo non può essere consegnato al compratore? Contrasterebbe con la stessa regola dell’art. 1153 c.c. Di conseguenza la vendita fatta da Tizio a Sempronio è invalida, e bene ha fatto Caio a rifiutare il € 2000 che Sempronio gli ha portato;

 

 

 

 

Risposta 55

 

 

 

 

56) Tizio ha bisogno di soldi per comprare un appartamento. In realtà una parte dei soldi li ha, gli mancano però ancora € 50.000 per coprire il prezzo dell'appartamento; allora si reca da Caio, chiedendogli in prestito i € 50.000; Caio si dice disponibile a prestargli € 50.000, ma pretende che sullo stesso appartamento si accenda un'ipoteca a suo favore; Tizio accetta, e stipulano il contratto di mutuo con la garanzia ipotecaria. Ottenuti i soldi, Tizio compra l'appartamento, ma poi dopo aver versato € 10.000 a Caio, non versa più gli altri € 40.000 previsti dal contratto di mutuo ipotecario. Caio allora rompe gli indugi, e riesce a pignorare l'appartamento; accade però che altri creditori intervengono nella esecuzione, ma Caio chiede di essere preferito agli altri creditori, sostenendo di essere un creditore ipotecario, e per dimostrare la sua posizione di creditore privilegiato, deposita il contratto di mutuo con la costituzione dell'ipoteca. Gli altri creditori però si oppongono a questa pretesa di Caio, sostenendo che lui non è un creditore ipotecario; chi ha ragione?

 

 

a) ha ragione Caio. L'ipoteca nasce da contratto, oltre che da provvedimento giurisdizionale, cioè sentenza di condanna, e nelle altre ipotesi previste dalla legge; ora Tizio e Caio hanno stipulato un contratto di mutuo garantito da ipoteca, e quindi Caio è un creditore ipotecario, e quindi ha il diritto di essere preferito rispetto agli altri creditori che sono chirografari;

b) Caio ha torto, è vero che ha stipulato un contratto di mutuo garantito da un'ipoteca, ma questo contratto era il titolo per iscrivere ipoteca presso la conservatoria dei registri immobiliari, cosa che in realtà non ha fatto; quindi poiché l'ipoteca nasce solamente con l’iscrizione, fino a che lui non opererà questa iscrizione, non potrà essere considerato un creditore ipotecario;

c) Caio ha torto, è vero che ha stipulato un contratto di mutuo garantito da un'ipoteca, ma questo contratto era il titolo per trascrivere ipoteca presso la conservatoria dei registri immobiliari, cosa che in realtà non ha fatto; quindi poiché l'ipoteca nasce solamente con la trascrizione, fino a che lui non opererà questa trascrizione, non potrà essere considerato un creditore ipotecario;

 

 

 

Risposta 56

 

 

 

 

57) Tizio ha comprato un bene immobile, e per l'acquisto è stato costretto a contrarre un mutuo con Caio; Caio dà a prestito, cioè a mutuo, i soldi a Tizio, ma si fa accendere un'ipoteca a suo favore sull'appartamento, e, questa volta, la fa anche a iscrivere presso i registri della conservatoria immobiliare; accade però che Tizio nel frattempo venda il bene immobile, che era un appartamento, a Sempronio. Sempronio era conoscenza che sul bene gravava un'ipoteca, perché sono state fatte le rituali visure da parte del notaio; alla scadenza convenuta per il pagamento del debito, Tizio non paga quanto dovuto, e allora Caio fa pignorare e poi mettere in vendita l'appartamento che era gravato da ipoteca. Si oppone però  Sempronio, sostenendo, giustamente, che lui non era il debitore di Caio, e quindi Caio non può vendere un bene di proprietà dello stesso Sempronio per un debito che non è il suo; ha ragione Sempronio?

 

a) Sempronio ha ragione; è vero, infatti, che il bene era ipotecato, ma questa ipoteca è nata grazie ad un contratto di mutuo che Tizio ha stipulato con Caio, e non è accaduto che il contratto è stato stipulato tra Caio e Sempronio; anzi è vero che Sempronio era conoscenza dell'ipoteca, ma Sempronio non ha avuto nessun rapporto con il creditore Caio, e quindi non gli si può opporre questo contratto d'ipoteca, o meglio non gli si può opporre l'ipoteca;

b) Sempronio sapeva dell'esistenza dell'ipoteca, quindi adesso non si può lamentare del fatto che sia venduto il bene oggetto dell'ipoteca, anche se ciò è accaduto per un debito non suo; di conseguenza dovrà subire la vendita del bene ipotecato, anche se lui col debito di Tizio non ha nulla a che vedere;

c) che Sempronio sapesse o non sapesse dell'esistenza dell'ipoteca, regolarmente iscritta prima che lo stesso Sempronio trascrivesse il suo contratto di compravendita, non ha nessuna importanza in merito all'esistenza della garanzia ipotecaria; l'ipoteca, infatti, è un diritto reale di garanzia, che segue quindi il bene ipotecato; ciò vuol dire che se tale bene è venduto dal debitore, l'ipoteca non si estingue e l'esecuzione sarà effettuata nei confronti del terzo proprietario, che qui è Sempronio;

 

 

 

Risposta 57

 

 

 

58) Tizio è debitore presso la banca Caia, ma la banca a un certo punto gli chiede delle garanzie ulteriori in relazione al debito che Tizio ha nei confronti della banca; allora Tizio chiede al padre Sempronio di garantire il suo debito, e il padre Sempronio invia una lettera alla banca, con cui si impegna a garantire il debito del figlio Tizio; a questa lettera però la banca non dà alcuna risposta. Accade che Tizio non onora il suo debito, e la banca invia immediata richiesta di pagamento al padre Sempronio, chiedendo di pagare il debito di Tizio, in quanto Sempronio è un fideiussore; Sempronio però non ha mai ricevuto una lettera di accettazione da parte della banca, e quindi ritiene che il contratto di fideiussione con la banca non si sia mai concluso, e quindi va dall'avvocato per sapere come comportarsi; che cosa gli dirà l'avvocato?

 

a) l'avvocato gli dirà che il contratto con la banca è stato comunque concluso, perché si tratta di un contratto con obbligazioni a carico del solo proponente, e in questo caso  il proponente era proprio Sempronio; di conseguenza l'avvocato consiglierà a Sempronio di pagare quanto gli è stato richiesto dalla banca;

b) l'avvocato dirà Sempronio che tutti i contratti si concludono attraverso lo scambio di proposta e accettazione, e a questa regola certamente non sfugge la fideiussione, che non è un contratto speciale rispetto agli altri; di conseguenza l'avvocato dirà a Sempronio che poiché non è giunta alcuna richiesta di accettazione da parte della banca, è lecito presumere che in realtà il contratto non si sia mai concluso, e quindi la banca non può certo pretendere che sia azionata una fideiussione che non è mai nata;

b) l'avvocato dirà a Sempronio che la banca non può chiedergli proprio nulla, perché il contratto di fideiussione è un contratto che intercorre fra il garante, in questo caso Sempronio, e il debitore, e cioè il figlio di Sempronio Tizio; la banca è semplicemente un terzo che può profittare del fatto che il suo debitore abbia costituito una fideiussione, e la lettera che Sempronio ha inviato alla banca, era solo una presa di conoscenza da parte della banca dell'esistenza di questo contratto di fideiussione; ma la banca però non ha inviato alcuna dichiarazione di presa d'atto di questa situazione, e quindi sostanzialmente non ha dichiarato di voler profittare della regressione stipulata il suo favore, e quindi di conseguenza non potrà rivolgersi a Sempronio per il pagamento del debito di Tizio;

 

 

 

Risposta 58

 

 

 

59) Tizio è alla ricerca disperata di qualcuno che garantisca il suo debito, e finalmente trova la persona che è disposto a dargli questa garanzia, questa persona si chiama Caio;

Caio si reca quindi presso il creditore di Tizio, Sempronio, e si dice pronto ad assumersi la garanzia per il debito di Tizio; Sempronio accetta, ma Caio condiziona l'assunzione della garanzia, alla preventiva escussione del debitore principale Tizio.

Sempronio accetta anche questa condizione; accade poi che Tizio non paga il suo debito, e allora Sempronio si rivolge a Caio, ma Caio gli ricorda che è stato pattuito il beneficio della preventiva escussione di tizio, ma Sempronio gli ricorda che lui realtà ha chiesto i soldi a Tizio, e Tizio non ha pagato, e di conseguenza il creditore Sempronio ha rispettato la clausola che imponeva la preventiva escussione del debitore principale; a questo punto Caio va dall'avvocato, per chiedere consiglio sul da farsi; che cosa gli dirà l'avvocato?

 

a) l'avvocato gli dirà che deve pagare; in effetti Caio è stato previdente a volere il beneficio della preventiva escussione del debitore principale Tizio, ma il creditore Sempronio effettivamente ha cercato di ottenere i soldi dallo stesso Tizio, inviandogli una richiesta di pagamento, dopo che il debito era scaduto, che però è rimasta lettera morta; quindi il creditore Sempronio ha fatto quello che era stato stabilito nel contratto di fideiussione, e poiché Tizio non ha proprio risposto alla richiesta, allora è giusto che faccia valere la fideiussione nei confronti di Caio;

b) l'avvocato dirà che in realtà Sempronio e Caio non hanno stipulato un contratto di fideiussione, ma hanno stipulato un’espromissione; in effetti Caio andando da Sempronio e dichiarandosi pronto ad assumersi la garanzia del debito di Tizio, non ha fatto altro che proporsi come nuovo debitore nei confronti del creditore Sempronio. Di conseguenza è stata stipulata un’espromissione; ora poiché comunque era stato previsto il beneficio della preventiva escussione, che non è incompatibile con la espromissione, poiché questa non c'è stata da parte del creditore Sempronio, Caio non dovrà pagare fino a quando il creditore Sempronio non abbia realmente escusso il debitore Tizio;

c) l'avvocato dirà Caio che il creditore non può così chiedere l'adempimento dell'obbligazione che aveva il debitore Tizio al garante Caio; in effetti Caio e Sempronio avevano comunque pattuito il beneficio della preventiva escussione, e tale beneficio comporta che Sempronio non poteva limitarsi semplicemente a chiedere i soldi al debitore Tizio, ma dovrà fare qualcosa di più, e cioè escutere, e quindi agire giudizialmente contro Tizio per ottenere forzosamente quanto gli spettava, e solo quando non fosse riuscito ad ottenere quanto gli spettava, poteva agire nei confronti del garante Caio; poiché tutto ciò non è avvenuto, Caio non deve pagare, anche se gli ricorda che se comunque Sempronio lo cita in giudizio, Caio dovrà comunque indicare i beni del debitore Tizio da sottoporre all'esecuzione;

 

 

 

Risposta 59

 

 

 

 

60) Tizio, come al solito, è alla ricerca disperata di qualcuno che garantisca il suo debito; e allora si rivolge alla sua solita vittima, e cioè si rivolge al caro amico Caio.

Caio, questa volta, in un primo momento si rifiuta, ma poi grazie alle continue insistenze di Tizio, si reca presso il creditore di Tizio che è Sempronio, dichiarandosi pronto a garantire il debito di Tizio; a questo punto Sempronio, che non conosceva in alcun modo Caio, invia una e mail a Tizio, per chiedere spiegazioni, e Tizio risponde che effettivamente è stato proprio lui a chiedere a Caio di diventare garante del suo debito nei confronti del creditore Sempronio, aggiunge infatti Tizio che tali sono state le sue insistenze, che Caio si è sentito come se fosse stato incaricato dallo stesso Tizio a diventare garante del debito; a questo punto Sempronio accetta Caio come garante.

Accade poi quello che ci si poteva aspettare in questi casi, cioè Tizio non paga, e allora Sempronio si rivolge a Caio per essere pagato, ma Caio sa perché Tizio non ha pagato: Tizio non ha pagato perché c'è una serie di problemi in merito al debito che Tizio aveva assunto nei confronti di Sempronio, lo stesso Tizio lo aveva avvertito di non pagare, perché i problemi erano tali che nemmeno Tizio era più tenuto al pagamento, per lo meno fino a quando tali problemi non si fossero risolti. Caio allora comunica Sempronio che come Tizio si era rifiutato di pagare, anche lui si rifiuta di pagare; Sempronio però gli ricorda che in seguito all'incarico che gli ha dato Tizio, la stipulazione fatta è una delegazione, e poiché nella delegazione stipulata non è stato fatto alcun riferimento ai rapporti sottostanti, la delegazione è da considerarsi pura, e che quindi Caio non ha nessun diritto di sollevare eccezioni relative al rapporto che Sempronio ha con Tizio; Caio però non è convinto di questa risposta, e quindi va dall'avvocato; che cosa dirà l'avvocato a Caio?

 

a) l'avvocato dirà a Caio che Sempronio ha ragione; effettivamente analizzando come sono andati i fatti, si vede chiaramente che si è costituita una delegazione, che vede Tizio delegante, Caio delegato, e Sempronio creditore delegatario; poiché, come dice il creditore Sempronio, non è stato fatto alcun riferimento ai rapporti sottostanti, la delegazione deve considerarsi come pura, e che quindi lo stesso Caio non può sollevare le eccezioni relative al rapporto che Tizio ha con Sempronio;

b) l'avvocato dirà a Caio che Sempronio ha ragione; dall'analisi dei fatti, risulta che c'è stata una novazione soggettiva passiva, con l'estinzione del vecchio rapporto obbligatorio che intercorreva fra Tizio e Sempronio, e la nascita di un nuovo rapporto obbligatorio tra Caio e Sempronio; di conseguenza non è possibile sollevare delle eccezioni relativamente a un rapporto, quello fra Tizio e Sempronio, ormai estinto; di conseguenza Caio dovrà comunque pagare il debito che era di Tizio, ma che ora si è estinto;

c) l'avvocato dirà Caio che Sempronio ha torto; dall'analisi dei fatti risulta che non c'è stata una delegazione, ma una fideiussione, perché Caio non si è proposto come nuovo debitore in aggiunta a Tizio, ma come garante di Tizio. E’ stato quindi evidente che non c'è stata alcuna volontà di aggiungersi come debitore di Sempronio, ma semplicemente di garantire un debito già esistente, che per la fideiussione non si è certamente estinto; di conseguenza poiché Caio garantisce un debito altrui, può sollevare tutte le eccezioni che può sollevare il debitore principale, salvo quella derivante dall’incapacità, e non è stato questo il caso. Di conseguenza l'avvocato inviterà Sempronio a tener conto di questa situazione, e a non pretendere che il garante Caio non possa sollevare le eccezioni che poteva sollevare il debitore principale Tizio;

 

 

 

Risposta 60